IL XX° GRUPPO OCU : tra lavoro e passione, qui si forma il pilota di Eurofighter


Il TF-104G dipinto nella meravigliosa livrea "special colors" ereditata dal suo ultimo volo ed eretto a 45 gradi come "Gate Guardian" di fronte alla palazzina dei "Leoni", non rappresenta soltanto quella traccia indelebile lasciata dallo Starfighter nei cuori di tutti gli uomini e le donne del Reparto, ma quella "pietra miliare" che ricorda il ruolo essenziale svolto dagli uomini del 20° Gruppo durante quella parte di storia dell'Aeronautica Militare che ha visto come protagonista il leggendario Cacciatore di Stelle, velivolo che per oltre quarant'anni ha assicurato la difesa dello spazio aereo nazionale.
Era il febbraio del 1965 quando sull'aeroporto militare "Corrado Baccarini" di Grosseto a fianco dell'allora 4^ Aerobrigata, il 20° Gruppo, disciolto nel 1955 e sino ad allora messo in posizione quadro nell'organigramma della Forza Armata, incontra una sua seconda giovinezza come Reparto Autonomo alle dirette dipendenze dello Stato Maggiore dell'Aeronautica Militare, territorialmente della 2^ Regione Aerea e del Comando Generale delle Scuole. 
A questo prestigioso Reparto Volo, venne da subito affidato il delicato incarico della formazione basica, tattica ed operativa di tutti i piloti militari destinati all'impiego sul nuovo caccia americano che dal 1963 ando' progressivamente ad equipaggiare i Reparti Volo piu' importanti dell'Aeronautica sostituendo definitivamente gli ormai anziani F-86K "Super Sabre", F-86E "Sabre", F-84 "Thunderstrike" ed RF-84 "Thunderflash"
Un ruolo istituzionale di prim'ordine quello del 20° Gruppo, resosi estremamente indispensabile viste le impellenti necessita' del
momento, orientate sempre piu' a riunire sotto ad un unico assetto tutto il settore addestrativo per quei piloti impiegati sul nuovo caccia bi-sonico e rimpiazzare cosi' la "Convertion Section" costituitasi a Pratica di Mare come Reparto temporaneamente incaricato per la conversione operativa sul nuovo F-104.
Da allora, avvalendosi di una linea di volo composta da ben 24 velivoli Lockheed TF-104G, questo Reparto ha assunto un ruolo predominante per tutta la linea Starfighter tale da rappresentare non solo il caposaldo di riferimento per tutta la linea, ma il primo grande step da superare per tutti quei piloti militari che da sempre sognavano di pilotare il famigerato caccia americano super sonico, divenuto punta di diamante della nostra Aeronautica Militare.
Con l'assorbimento del 20° Gruppo nell'organigramma del 4° Stormo, avvenuto nel corso del 1985, il Reparto ha avuto una repentina evoluzione dei suoi programmi di addestramento che nel tempo si sono altamente perfezionati, specializzati e strutturati in riferimento alle precise esigenze avanzate dai Reparti Caccia, per fornire loro un "prodotto" sempre piu' completo e gia' pronto all'impiego operativo. 
Su questi principi, il giovane pilota di Starfighter, sia stato questo destinato alla linea caccia intercettori che bombardieri, una volta terminato il corso pre-operativo al 20° Gruppo di Grosseto, oltre ad aver maturato una discreta esperienza di pilotaggio su quel velivolo da tutti temuto per la sua tecnica difficile e grintosa, completava la transizione operativa raggiungendo l'ambita qualifica di "Pilota di F-104".
La completa maturita' operativa con capacita' di impiego "Limited" e successivamente "Full Combat Ready", veniva raggiunta dal pilota in un secondo momento, proseguendo l' iter addestrativo con gli istruttori del reparto stesso di assegnazione.
Per alleggerire i ritmi di lavoro ed ottimizzare l'efficienza operativa della linea di volo del "ventesimo", impiegato tra l'altro nelle molteplici abilitazioni e riprese volo dei piloti anche meno allenati, ai 24 velivoli TF-104G vennero assegnati agli inizi degli anni '90, altri 6 velivoli dello stesso tipo, ex Lufthwaffe, nonche' alcuni velivoli mono posto F-104G ormai prossimi alla fine carriera. 
Pochi anni dopo pero', con il definitivo ritiro dalle linee di volo degli F-104G avvenuto tra l'altro nel giugno del 1994 proprio sull'aeroporto di Grosseto, al 20 gruppo vennero assegnati alcuni
velivoli F-104 S-ASA, ereditati dai gruppi transitati nel frattempo sul Tornado F-3 come il 12° Gruppo del 36° Stormo di Gioia del Colle e del 21° Gruppo del 53° Stormo di Cameri.
Il rinforzo alla linea di volo consenti' non solo di ampliare i corsi di formazione, ma di essere in grado di far mantenere le qualifiche "Combat Readness" agli istruttori.
Parlando in termini statistici, dal 1965 al 2003, anno in cui il leggendario Cacciatore di Stelle e' stato definitivamente congedato dalle linee di volo dell'Aeronautica Militare, il "ventesimo", quale massima espressione di formazione per la difesa aerea, ha formato circa 122 istruttori e 1250 piloti di F-104
Se il passato si chiama Starfighter, il presente ed il futuro di questo Reparto Volo, si racchiude intorno a quel "tifone" che si chiama Eurofighter.
Il modernissimo caccia di quarta generazione, progettato e costruito dal consorzio europeo EFA - European Fighter Aircraft - composto dalle nazioni di Inghilterra, Germania, Spagna ed Italia, e' un concentrato di avanzatissima tecnologia frutto degli studi ingegneristici degli anni '80/'90; un aereo concettualmente innovativo sia dal punto di vista avionico che aerodinamico dato il suo profilo alare del tutto diverso dagli altri caccia sino ad oggi impiegati dalla Forza Aerea italiana, perche' disegnato con una grande ala a delta ed alette canard anteriori a calettamento regolabile simili a quelle montate su altri leggendari caccia stranieri come il Rafale, il Gripen ed il Draken.
Spinto da due motori Eurojet EJ200 in grado di sviluppare una potenza massima di circa 20.000 lbs con ausilio di post bruciatore, il Typhoon offre prestazioni esaltanti e mai viste prima; questo grazie anche ad un sofisticato sistema computerizzato di controllo del volo tipo fly by wire che lo rende docile ed estremamente maneggevole anche nelle difficili manovre di combattimento ravvicinato.
Per ovvie ragioni di riservatezza militare e soprattuto nel rispetto della "policy" di questa testata web, evitiamo di rivelare pubblicamente i complessi apparati elettronici che compongono l'avionica di bordo del velivolo, siano questi di semplice navigazione che di impiego tattico operativo, limitandoci soltanto nel dare risalto a quei concetti innovativi ed ai molteplici cambiamenti che la stessa Forza Armata ha dovuto introdurre nel corso di questi ultimi anni, per avere una corretta gestione del velivolo sin dal momento in cui la scelta per il futuro si e' identificata nell' Eurofighter.
Concetti strettamente correlati a dei cambiamenti non solo di mentalita' o di tecniche di pilotaggio, ma attuati dalla Forza Armata per allineare le strutture e tutta la logistica di base alle precise esigenze operative del nuovo velivolo; dalla formazione e l'addestramento dei piloti, degli specialisti e dei manutentori, tutto e' cambiato dai tempi del leggendario "Spillone".
Sulla base aerea di Grosseto, nonostante si respiri ancora l'aria di Starfighter sprigionata dai due “Gate Guardian” esposti al XX° e al IX° Gruppo, da alcuni esemplari custoditi come veri gioielli preziosi perche' mantenuti in perfette condizioni ed ancora in grado di poter volare, nonche' dalle foto e dai numerosi cimeli che arredano le sale ricreative dei Reparti Volo, fondamentalmente tutto l'intero Stormo e' completamente rinnovato, adeguato agli standard NATO e alle vigenti normative in ambito di sicurezza al volo e sui luoghi di lavoro. 
I recenti ammodernamenti attuati a Grosseto, sono il frutto di quell'accurato processo di ottimizzazione delle risorse introdotto dalla Forza Armata nel corso dell'ultimo decennio e che gradualmente ha coinvolto tutti gli assetti dello stormo, sia quelli logistici che quelli operativi; i vecchi edifici sono stati restaurati mentre gli altri, come ad esempio gli ex hangar del C.M. - Centro Manutenzione ex 20° Gruppo - e l' area ex 604^ Sq. Collegamenti oggi posta in posizione quadro, di abbandonarli definitivamente a favore delle nuove costruzioni realizzate, ben piu' idonee al supporto dei nuovi Eurofighter. 
In tal senso, dopo la realizzazione dei nuovi hangar adibiti del IX° Gruppo e del G.E.A. - Gruppo Efficienza Velivoli -, i recenti piani di investimento hanno riguardato specificatamente il XX° Gruppo che a breve sara' definitivamente collocato nei nuovi locali appositamente progettati e realizzati per soddisfare a pieno le esigenze del Reparto, i cui livelli di riservatezza militare sono piuttosto restrittivi.
All'interno di una struttura dalla forma trapezoidale e dal design del tutto innovativo per le concezioni militari cui siamo abituati a vedere, saranno formati ed addestrati i giovani piloti di Eurofighter; uomini e donne dalle spiccate capacita' a cui sara' affidato il compito della Difesa dello spazio aereo nazionale. Essere un pilota da caccia ed in particolar modo un pilota di Eurofighter, e' l'obiettivo di molti giovani piloti che sin dal primo giorno sognano di farlo e coronare cosi' quell'ambizione che da sempre li ha accompagnati e indotti nello scegliere questa strada.

Diventare un pilota di Eurofighter e' di fatto un sogno di molti ma un privilegio di pochi piloti militari! ; le attitudini richieste sono molteplici e contrariamente a molti anni fa, paragonandoci all'era del '104 per intendere, queste non si orientano soltanto nell'essere un buon "manico", ma si orientano anche nel saper gestire i molteplici sistemi di bordo cui i caccia della nuova epoca, sono equipaggiati.
Ad approfondire l'argomento e' il TCol. Pil. Davide Marzinotto - Comandante del XX° Gruppo - che in occasione del nostro incontro a Grosseto, nel mostrarci le attivita' ed i compiti del Reparto, ci spiega quelle peculiarita' oggi essenziali per individuare nel pilota militare quelle capacita' richieste per essere assegnati alla linea Eurofighter e sulle quali si concentrano tutti i programmi di addestramento del XX° Gruppo.
"Rispetto all'epoca del '104, tutto e' cambiato, sono due mondi completamente diversi e di conseguenza anche il tipo di addestramento", ci spiega Marzinotto, "per la complessita' degli aerei moderni, il pilota di oggi si trova paradossalmente a fare anche il gestore di sistemi ed e' per questo che nel pilota stesso si ricerca una rapida capacita' di analisi della situazione cui puo' trovarsi in volo ed una veloce risoluzione attraverso la corretta gestione di tutti i sistemi che dispone."
I corsi di formazione sono strutturati in modo che venga sviluppato quel potenziale che il giovane pilota possiede e per cui si e' distinto alla scuole di volo; potenziale questo estremamente necessario a saper impiegare le sue capacita' al meglio, onde evitare che la molteplicita' di informazioni date dai sistemi di bordo dell'aereo, creino quella "saturazione mentale" tale da indurlo a cadere nel vortice di quei meccanismi che possano inficiare la sua sicurezza e quella degli altri.
Tuttavia, la formazione professionale insegnata al XX° Gruppo sia ai giovani piloti che ad altri con una "previous expirience" maturata anche in altri reparti caccia dell'Aeronautica che siano di difesa e non, e' estremamente necessaria per entrare a far parte di una comunita'; una comunita' espressa nel senso di tutto cio' che rientra a far parte del termine "standardizzazione",ovvero quel "modus operandi" comune ed omogeneo a tutti i piloti appartenenti ai gruppi volo della linea EFA.
Per meglio raggiungere questo obiettivo, per ovvie ragioni di risorse disponibili e di opportunita', i corsi di formazione dedicati, sono stati appositamente ritagliati in funzione dell' esperienza pregressa dei frequentatori pertanto, dopo un breve periodo di "ground school" atto ad una conoscenza iniziale del velivolo, il pilota neo brevettato seguira' un corso "full" (o meglio indicato 100%) della durata di nove mesi, diversamente in base al bagaglio di esperienza, seguira' un corso "medium" (al 50%) della durata di 6 mesi o "short" (al 30%) della durata di soli tre mesi.


Per meglio spiegare questo concetto, al corso "medium" saranno assegnati quei frequentatori con un consistente bagaglio di esperienza maturato in altri reparti caccia dell'Aeronautica ma non specificatamente in quelli di Difesa Aerea, mentre invece al corso "short" accederanno quei piloti sempre con elevata esperienza di volo, ma piu' specificatamente gia' appartenenti ai reparti volo impiegati nel ruolo di Difesa Aerea e quindi esperti nelle tecniche e nell'impiego operativo: per intendere, sono questi oggi quei piloti provenienti dalle linee volo F-16.
Per tutte e tre le tipologie di corso, i frequentatori alterneranno periodi di studio in aula a sessioni con i modernissimi simulatori di volo, dove avranno modo inizialmente di familiarizzare con il velivolo i suoi sistemi e le relative procedure di emergenza, nonche' missioni reali in volo con gli istruttori oppure da solista. Il termine di tutte le tipologie di corsi, contrariamente ai tempi passati, si concretizza nel conseguimento della "LIMITED COMBAT READNESS", ovvero il primo livello quella tanto ambita qualifica che consente l'impiego operativo del pilota, anche se pur limitato perche' strettamente correlato all'esperienza maturata. Presso i reparti volo, il pilota proseguira' gradualmente il suo "training" per raggiungere la qualifica di "Full Combat Readness" e a seguire tutti gli altri "step" necessari al totale impiego operativo. 


Parte integrante di tutti i corsi didattici, e' divenuta la realta' virtuale che si e' resa estremamente indispensabile grazie al suo repentino processo evolutivo, talvolta incontrollabile, che oggi e' in grado di mettere a disposizione strumenti efficaci per la formazione dei piloti. Attraverso il "Full Mission Simulator" recentemente installato nelle nuove sale didattiche del XX° Gruppo, l'efficacia dei corsi didattici ha raggiunto un ottimo livello di formazione; contrariamente a prima, l'allievo di oggi ha l'opportunita' di avere il primo approccio con il volo sull'Eurofighter attraverso la simulazione di volo che gli consente di familiarizzare gradualmente con il velivolo, di apprendere quegli automatismi necessari alla gestione delle emergenze ed andare successivamente in volo per aggiungere a cio', le sensazioni reali intrinseche del volo stesso. 
Questo grazie alla tecnologia che e' in grado oggi di riprodurre in modo estremamente realistico sia il funzionamento di tutti gli impianti di bordo dell'aereo, sia le dinamiche di volo in qualsiasi assetto esso si trovi a volare che ogni situazione meteorologica diurna o notturna si ritenga opportuno utilizzare ai fini addestrativi.
Anche se non completamente sostituibile al volo reale, la simulazione aerea e' al momento ritenuta complementare ed alquanto formativa sotto ogni punto di vista; permette di potenziare il raggiungimento di quei risultati che la stessa Forza Armata si aspetta dall'allievo con una "leaning curve" significativa e con una conseguente percentuale alquanto bassa di quei frequentatori esonerati dal corso. 
"Rispetto a prima, la possibilita' di non superare il corso di coversione operativa e' veramente ridotta" ci spiega il TCol. Pil. Marzinotto "nonostante cio' ci sono stati piloti che non hanno superato il corso; purtroppo la complessita' dell'Eurofoghter non puo' essere replicata su velivoli da addestramento quindi non vi e' alcuna certezza che l'allievo seppur selezionato possa riuscire nel suo intento. Al ventesimo, oltre che occuparci di conversione operativa e standardizzazione, di base viene fatta una selezione, per cui abbiamo il compito di intervenire nel momento in cui l'allievo dimostri incertezze e di non essere in grado di raggiungere gli standard richiesti". 


Al XX° Gruppo, non viene insegnato soltanto a volare con l'Eurofighter, i compiti assegnati oggi a questo reparto sono molteplici e si concretizzano in quattro aree distinte ma strettamente correlate tra loro: la standardizzazione operativa, la gestione, lo sviluppo ed il supporto alla Difesa Aerea. 
Parlando in termini di standardizzazione operativa dell'intera comunita', il XX° Gruppo e' oggi l'ente titolato o meglio dire il "focal point" di tutta la linea Eurofighter; " Noi ci troviamo al vertice della piramide di tutta la comunita’'", ci spiega Marzinotto " qui vengono canalizzate le varie esigenze tattico operative dei gruppi volo; noi recepiamo quello che loro chiedono, quello di cui hanno bisogno e dopo aver analizzato e valutato quello che ci viene richiesto lo tramutiamo in syllabus addestrativi, direttive o filosofie di impiego".
Un lavoro questo di carattere prettamente gestionale nei riguardi delle molteplici attivita' operative dell'intera comunita' che, se pur canalizzate secondo una precisa regolamentazione dei flussi, richiede comunque tempo ed attenzione particolare da parte di tutti gli appartenenti al gruppo volo.
Essere un pilota standardizzato significa essere interoperabile tra i vari gruppi, usare la "macchina" in modo lineare ed uniforme facendo tesoro delle esperienze di tutti perche' messe a fattor comune evitando disparita' concettuali e prestazionali.
"Noi lavoriamo per i Reparti operativi e cerchiamo di fornire loro un valido supporto ed un miglior prodotto." asserisce il TCol. pil. Marzinotto "qui al ventesimo abbiamo la capacita' di fornire l'addestramento e la formazione per tutti i livelli di qualifica; i nostri istruttori che rappresentano il massimo livello di qualifica raggiungibile, possono formare tutto cio' che sta al di sotto di tutta la piramide" .
Raggiungere la qualifica di istruttore non e' certo una cosa impossibile! Tutto si basa su quelle capacita' maturate ed affinate con l'esperienza nel corso della vita operativa del pilota che arrivato ad un punto della sua carriera, ha raggiunto una maturita' tale da poterla a sua volta esprimere e trapassare ad altri piloti piu' giovani. 
A sua volta segnalati dai reparti operativi come possibili candidati a diventare istruttori, alcuni piloti vengono a sua volta scelti e selezionati secondo dei profili psicologici particolari, a partecipare come frequentatori al corso istruttori indetto periodicamente al XX° Gruppo. 
Al termine del corso i neo istruttori hanno la facolta' di restare al XX° Gruppo come ricambio del "parco istruttori" , oppure tornare al reparto di appartenenza per supportare le esigenze addestrative del gruppo volo. 
Essere istruttore di Eurofighter pero', non significa soltanto sedersi dietro ad una cattedra con una bacchetta in mano a manovrare aeroplanini di plastica per illustrare manovre, tecniche di ingaggio o procedure ai frequentatori dei corsi; significa essere la massima espressione in termini di conoscenza e familiarita' con il velivolo,significa essere il punto di riferimento non solo per i frequentatori dei corsi ma anche per i piloti con maggiore esperienza, significa infine essere un pilota militare "Combat Ready" con elevata capacita' operativa, nonche' custode e responsabile di tutto cio' che concerne la standardizzazione operativa.
L'appartenenza al XX° Gruppo non preclude affatto l'esonero da ogni attivita' addestrativa od operativa della Forza Armata;e' prerogativa istutizionale di reparto garantire la turnazione rotativa di allarme per la Difesa Aerea in alternanza con gli altri gruppi volo, nonche' partecipare attivamente ad ogni esercitazione nazionale od internazionale - come ad esempio la T.L.P. - o alle operazioni belliche in occasione della recente crisi libica.
"Il ruolo di Difesa Aerea attuale esprime un concetto ben diverso da quello che poteva esprimere negli anni '70, '80 o '90; oggi questo ruolo non implica soltanto difendere lo spazio aereo italiano, bensi' richiede anche interventi fuori area come potenziale di difesa, per questo la realta' del XX° Gruppo si e' nel tempo allineata a questo tipo di esigenze" ci spiega il T.col. Marzinotto.
In questo senso, lavorando sul campo e a stretto contatto con equipaggi di altri reparti o addirittura di altre forze aeree, gli istruttori hanno modo non solo di mantenere alta la loro capacita' operativa, ma di dare il loro contributo nell'applicazione delle direttive quale riferimento base per tutti i piloti, anche dei piu' giovani e meno esperti. 
Facendo un ulteriore paragone all'epoca del '104 dove il XX° Gruppo era esonerato dai turni rotativi di allarme e si occupava esclusivamente della conversione operativa, oggi a questo reparto e' assegnato anche il compito del supporto allo sviluppo del velivolo; compito questo del tutto inutile per una macchina come lo Starfighter, gia' ampiamente sviluppata ed impiegata ben oltre le aspettative sia del costruttore che della stessa Forza Armata.
"L'Eurofighter e' un caccia che sta maturando adesso, dimostrando di avere capacita' notevoli ! " afferma Marzinotto " ; 
per questo tra i vari gruppi volo che partecipano allo sviluppo, serve una voce unica quale punto di riferimento dell'intera comunita' con funzioni di intermediari tra il 4° Reparto dello Stato Maggiore (Committente) e le varie articolazioni industriali per ampliare e sviluppare la capacita' tecnica del velivolo stesso" .
Alla sezione sviluppo del XX° Gruppo, fanno riferimento quindi, tutti quegli imput  dati dai reparti operativi che debitamente vagliati e sviluppati, possono a sua volta trasformarsi in requisito che lo Stato Maggiore formalizzera' poi con l'industria per applicare migliorie ed "upgrade" agli equipaggiamenti di bordo dell'aereo.
Tra i tanti progetti eseguiti o ancora in fase di valutazione, frutto dei vari input e del lavoro di sviluppo condotto con il supporto del XX° Gruppo e' la recente introduzione, sugli Eurofighter dell'ultima "tranche" di consegna, del sistema di interfaccia con il nuovo casco di volo di tipo H.M.S. - Helmet Mounted Sight -  che gradualmente sara' definitivamente introdotto negli equipaggiamenti standard di tutti piloti di Eutofighter.
Estremamente costoso, fragile, leggero e non proprio molto comodo da indossare, l' H.M.S. rappresenta la nuova concezione dei caschi di volo militari; 
tra l'altro primo in assoluto ad essere introdotto nelle dotazioni dell'Aeronautica Militare, l'Helmet Mounted Sight nasce dallo sviluppo di una sofisticata teconologia, oggi pefezionata al punto tale da trovare impiego su un caccia come l'Eurofighter, perche' in grado di poter gestire i vari sensori dell'aeroplano e trasmettere in tempo reale sulla visiera del pilota, tutti i dati acquisiti in volo dai sistemi di bordo.
Questa peculiarita' che lo rende unico nel suo genere, offre molteplici facilitazioni al pilota sia durante il volo che nelle varie fasi di puntamento degli obbiettivi e soprattutto nell'eventuale combattimento ravvicinato con altri velivoli. 

L'introduzione del nuovo casco di volo, come del resto tutti gli altri upgrade eseguiti sulla linea E.F.A., ha di fatto modificato (positivamente) le capacita' operative del velivolo e come tale ha richiesto sforzi da parte del XX° Gruppo, gia' coinvolto sia nello sviluppo del progetto che nell'addestramento alla standardizzazione di tutti gli equipaggi per l'utilizzo dei nuovi sistemi. 
Nel corso della nostra visita a Grosseto, il Magg. Pil. Cartacci - Istruttore di Eurofighter - ci conduce nel cuore operativo del Reparto Volo, per assistere come spettatori ad una missione di volo programmata nell'ambito della regolare attivita' addestrativa del XX° Gruppo e che vede impiegati ben sei velivoli Eurofighter in una sortita condivisa; 
per i due giovani frequentatori, aspiranti piloti di Eurofighter, il profilo della missione si orienta principalmente ad affinare le procedure di "scramble", di intercettazione di velivoli con probabile ingaggio con modalita' "due contro uno", l'intercettazione di velivoli slow moover a bassa, alta e media quota, il tutto per una durata complessiva di circa un'ora e mezza di volo. 
Una missione piuttosto complessa ed impegnativa per i due giovani piloti, ma che meglio riassume il lavoro dei Reparti dell'Aeronautica impiegati nella Difesa Aerea. 
Dopo la fase di pianificazione della missione, svolta preliminarmente in base ai requisiti del profilo stesso richiesto dalla Sezione Operazioni del Gruppo, i piloti si recano alla sala vestizione dove indossano gli equipaggiamenti di volo: tuta termica, ovvero una speciale tuta stagna - usata principalmente nelle fredde stagioni invernali - tuta anti "G", giubbotto e casco di volo.

Lo step successivo prima di recarsi in linea volo, e' alla sala operativa di Reparto dove gli equipaggi hanno modo di ritirare il materiale, dal check list delle emergenze al check list delle inflight guide delle procedure locali, dei “brick” del pod acmi e delle relative cassette magnetiche ove vi sono inseriti e caricati tutti i dati della missione.
Attraverso lo "STEP OUT", ogni pilota prende visione degli aggiornamenti meteo, dei vigenti NOTAM e di tutte quelle informazioni relative al velivolo assegnato: dalla sua configurazione a quelle eventuali inefficienze segnalate definite "soft arising" ovvero di lieve entita' e quindi non ostative per l'impiego operativo in volo. 
Fatto questo, al pilota non rimane altro che recarsi in linea volo, eseguire con il "crew chief" il walk around del velivolo e prendere posto ai comandi del leggendario Eurofighter. 

Procedure queste standardizzate e alle quali tutti i piloti devono rigorosamente attenersi seguendo un profilo ben schematizzato, nel tempo resosi estremamente necessario per rendere possibile qualsiasi tipo di operazione con questo tipo di aeroplano.
"Ogni pilota e' perfettamente interscambiabile" ci narra il Magg. Pil. Cartacci "proprio perche' in riferimento a questi profili si sono articolati tutti i programmi addestrativi finalizzati a far lavorare in modo omogeneo tutti i piloti; in tal senso capita spesso in occasione di esercitazioni o cooperazioni con rischeramenti su altre basi, di mandare in volo equipaggi misti con piloti provenienti anche dagli altri reparti operativi. Questa e' una prerogativa che lo Stato Maggiore ha voluto seguire con l'introduzione dell'Eurofighter"
Dal punto di vista prettamente operativo, la base aerea di Grosseto rappresenta un punto di forza altamente strategico per la Difesa Aerea con responsabilita' in questo ruolo che vanno ad interessare tutto il settore del nord Italia e lo spazio aereo della Slovenia sino a poco tempo fa assicurato dagli F-16 del 5° Stormo di Cervia.
Quale articolazione del 4° Stormo ed a fronte delle grande responsabilita' conferita, anche al XX° Gruppo viene richiesto un supporto sempre piu' consistente in ambito di Difesa Aerea che va perfettamente ad integrarsi con i compiti di Reparto assegnati. Guardando al futuro, l'attivita' del XX° Gruppo sara' sempre improntata nello sviluppo di tutti quei concetti innovativi che rappresentano, attraverso la realta' operativa di oggi, quel "target" fondamentale da seguire nel tempo. 
"Nel corso dell'ultimo anno il nostro out put e' vertiginosamente aumentato" afferma il Comandante Marzinotto "si e' passati mediamente da due classi da quattro frequentatori l'anno a due classi da otto frequentatori l'anno e cio' ha richiesto uno sforzo notevole per tutti noi". 





Per quanto concerne invece la parte sviluppo, standardizzazione e difesa aerea,il ruolo del XX° Gruppo sara' sempre piu' predominante e prestigioso, considerando il fatto che l'evoluzione concettuale e tecnologica dei nostri tempi e' in rapido sviluppo.
"L'Efa e' una macchina complessa in via di maturazione" conclude il TCol. Pil. Marzinotto "quindi necessitera' del nostro supporto nello sviluppo e nella standardizzazione di questi processi, ancora per molto tempo".

di Valerio Perondi

Si ringrazia lo Stato Maggiore dell'Aeronautica Militare ed il Comando del 4° Stormo per le autorizzazioni concesse.



Commenti